Seconda uscita della stagione e altra bella figura per il Verona Touch, che questa volta gioca quasi in casa, partecipando alla Valdadige Cup, torneo organizzato dalla squadra di touch di Dolcè, giunto alla sua quinta edizione.

Per l’occasione ci presentiamo al gran completo, potendo schierare praticamente tutta la squadra, anche se, per problemi fisici venuti fuori proprio all’ultimo, Damiano e il Barba dovranno stare a riposo supportando i compagni in altro modo: chi come porta borracce (o succhi di frutta) e chi come addetto alle statistiche.

Piuttosto, va segnalato fra le nostra fila la presenza di due gradite ospiti: Giulia Colombo e Sveva Cereda. Infatti, dato che il torneo è limitato a sei squadre, le due ragazze non possono giocare con i loro club e si sono offerte di supportarci, data la nostra cronica mancanza di ragazze, tutte impegnate a sfornare le future generazioni di touchers (a proposito, un grande benvenuto a Lucia, seconda figlia di Valeria – ancora oggi nostra miglior realizzatrice con ben 66 mete all’attivo).

Avere le due ragazze in più ci permette di giocare con tre donne in campo e riuscire ad evitare per una volta la partenza ad handicap che molto spesso ci ha impedito di raggiungere dei traguardi che magari le prestazioni sul campo avrebbero giustificato, perciò coach Uto assegna posizioni e coppie di sostituiti, ci istruisce sugli obbiettivi di giornata e ci sprona a dare il massimo per approfittare della situazione favorevole.

Primo sfidante è il Modena Touch, e noi siamo pronti a scendere in campo. Campo che è in perfette condizioni, sia di fondo che di tracciatura. Non è perfetta invece la comunicazione iniziale, così al primo attacco dei nostri avversari, ci facciamo fregare lasciando scoperta la zona di azione dell’ala, e partiamo sotto di uno a zero senza nemmeno esserci resi conto di aver cominciato. Si cambia subito formazione, così chi è ha subito la meta può ragionare a mente fredda su cosa sia successo, e una volta di nuovo in campo si comincia a macinare gioco, con un buon ritmo. Pareggiamo con una meta di Claudia che riceve un bel passaggio lungo di Gigi, non sfruttiamo un paio di occasioni ghiotte per chiudere la partita, ma alla fine riusciamo a segnare altre due mete, con Tabboz e con Giulia, che si fa trovare liberissima dopo un’ottima corsa di coach Uto che attira tre difensori attorno a se prima di scaricare il pallone. Ma più che l’attacco, è magistrale il lavoro difensivo perché riusciamo ad annullare totalmente la loro arma migliore, ovvero il micidiale dump and split dei fratelli Golinelli, veri maestri del gioco sui 5 metri. Il risultato finale è un 5-1, che è gonfiato dalle due mete di vantaggio di cui beneficiavamo, ma è più che legittimato dalla prestazione mostrata sul campo.

Dopo una brevissima pausa affrontiamo la squadra più forte della giornata: si è iscritta infatti sotto l’ingannevole nome di Barbarians una selezione composta dai migliori giocatori italiani di touch, quasi tutti nazionali o comunque elementi di peso di importanti club italiani. Insomma, non la classica barbarians dove i giocatori si conoscono il giorno del torneo: questi sono venuti qui con l’idea di macinare gioco e provare a vincere la coppa. Affrontiamo i nostri rivali coscienti del loro valore, ma non rinunciando a giocarcela. Rispetto alla prima partita, i ritmi sono più alti, anche se per almeno una decina di minuti gli teniamo orgogliosamente testa e non riescono a segnare. Poi una loro meta seguita dal raddoppio dopo breve tempo ci taglia le gambe e le motivazioni e molliamo. Riusciamo a non affondare completamente, ma c’è il tempo sufficiente per subire un altro paio di segnature e chiudere la partita sul 4-0. Tutto sommato comunque per metà tempo abbiamo dato filo da torcere agli avversari che hanno dovuto impegnarsi per aver ragione.

Il terzo incontro ci vede giocare contro i Tocai, squadra molto giovane ma piena di entusiasmo e da non sottovalutare, perché può schierare un paio di giocatori guizzanti ed estrosi che possono sparigliare i giochi. Tra le loro fila gioca anche Jacopo Gersich, nostra vecchia conoscenza, che ha militato per 2 stagioni qui a Verona, prima di doversi trasferire all’estero per lavoro. Confidiamo non ci sia la meta dell’ex anche nel touch!

Approcciamo la partita in maniera convinta e al primo vero attacco, Mario è bravissimo a servire un ottimo pallone a Luca, che è ancora più bravo a tuffarsi in meta per aprire le marcature. Proseguiamo nel nostro lavoro ai fianchi dell’avversario e riusciamo a segnare di nuovo grazie ad un bellissimo gioco a tre fra Gigi, Giulia e Tabboz, che permette a quest’ultimo di arrivare da solo oltre la linea di meta. Il 3-0 è segnato da Gigi che riceve una bellissima palla di ritorno da parte di Chuck, che vedendosi chiuso dal difensore, fa la cosa meno scontata ma che in questo caso funziona benissimo, scaricando di nuovo al pallone all’interno. Chiudiamo il conto con un’altra meta di Tabboz, che con un bel cambio di passo brucia il difensore diretto e si invola in meta. Un’altra buona partita, contro un avversario che se avesse mantenuto la calma iniziale poteva essere anche più rognoso.

Arriviamo quindi alla sfida contro il Dolcè, una specie di derby, anche se in realtà l’atmosfera è quasi quella degli allenamenti serali. La partita ha un buon ritmo, forse loro corrono anche più di noi (la nostra età media si fa sentire). Per nostra fortuna, o bravura, le loro azioni tendono a convergere verso il centro, dove riusciamo a contenere abbastanza bene ed evitiamo di andare in affanno. Passiamo in vantaggio noi, portandoci sul 2-0, poi subiamo la loro meta, su uno dei rari errori di giornata, quindi chiudiamo la partita sul 3-1. Anche in questo caso beneficiamo del bonus, e viene registrato il 5-1. Da segnalare l’hard touch fischiato contro Mario, fermo sulla linea di meta, che si vede arrivare addosso l’attaccante avversario, che gli sbatte contro il petto nel tentativo di andare a segnare, con l’arbitro ad assegnare una punizione per  gioco duro del nostro difensore: uno dei falli più strani che io ricordi.

L’ultima partita di giornata ci vede affrontare i Dolomiti, squadra sulla carta un po’ più forte di noi, ma non inarrestabile. Possiamo provarci. Purtroppo però ne viene fuori una delle partite più brutte che io ricordi, con poco ritmo da parte di entrambi e parecchi errori banali anche in fase di fondamentali di gioco. Il risultato resta sullo 0-0 per praticamente tutta la partita. Ci incaponiamo a voler sfondare in mezzo, quando forse allargando il raggio di azione verso la zona dei link potremmo trovare vita più facile. Anche il loro gioco di attacco non è molto efficace, e anche se sembriamo più in affanno noi, riusciamo a contenere tutte le loro sfuriate, fino all’ultimissima palla della partita, con la sirena di fine gioco già suonata e quinto tocco già giocato: l’ultima speranza a cui si aggrappano è il passaggio lungo all’ala, che è brava a ricevere e schiacciare in meta per la segnatura della vittoria (per loro) e della beffa (per noi). Questo risultato ci relega al terzo posto e forse ci lascia anche un po’ di rammarico, perché se avessimo provato a usare un po’ più di testa invece che solo polmoni nell’ultima partita, forse potevamo risolverla prima noi e potevamo arrivare a giocarci una finale dopo tanto tempo.

Tutto sommato non possiamo però lamentarci: togliendo le mete subite contro la fortissima Barbarians (poi vincitrice del torneo), abbiamo concesso solo 3 mete e ne abbiamo segnate 10: se l’attacco può essere migliorato, per la difesa non ci possiamo assolutamente lamentare, anche perché se è vero quello che diceva quel famoso allenatore, che gli attacchi fanno vendere i biglietti ma le difese fanno vincere i campionati, non è un brutto punto di partenza. Probabilmente il campionato non lo vinceremo, ma ci potremmo togliere delle belle soddisfazioni.

Per le prestazioni dei singoli, anche se tutti hanno giocato molto bene, è da menzionare assolutamente la prova di Chuck, che riscatta pienamente le sbavature avute a Lecco, e si dimostra reattivo e concentrato in ogni momento. Ottima anche la prova di Sveva, che dopo un attimo di sbandamento dovuto al fisiologico bisogno di capire il nostro modo di giocare, non sbaglia più nulla e si fa trovare sempre in posizione e pronta. Anzi, sbagliamo a non servirla a sufficienza. Sempre concreta la prova del presidentissimo, che zitta zitta, tra una poppata e l’altra, continua a inanellare presenze e segnature. Eccezionale il contributo di Giulia, che ha veramente una marcia in più rispetto a tutti noi e lo si è visto soprattutto in difesa, dove addirittura Gigi va a chiederle di abbassare il ritmo perché gli altri non riescono a starle dietro. Infine, anche se non lo scrivo mai, bisogna segnalare le prove di coach Utacchione, sempre concreto, lucido ed efficace anche se non al top di forma e la prova magistrale di Mario, sornione e indolente come un gatto acciambellato sul divano fino al momento del fischio iniziale, e poi implacabile cane da caccia quando c’è da attaccarsi agli stinchi degli attaccanti avversari.